giovedì 20 dicembre 2012

Moderato o non moderato, questo è il problema

Certe affermazioni di Berlusconi potrebbero far un certo effetto ad un ascoltatore distratto e poco attento, ma se si analizza bene il contenuto di quello che dice si rimane veramente stupiti da quanta ipocrisia c'è dietro  queste parole.
Da qualche giorno l'ex premier ripete come una cantilena la solita affermazione di voler unire i moderati,  se i moderati si dividono, se i moderati di qui se i moderati di qua e cosi via moderando...
Ma vi rendete conto che ci vuol vendere fumo? Almeno ci spieghi cosa significa per lui essere moderato, sennò come si fa a capirlo?  La moderazione è dire che lo spread non esiste? Che lui con la situazione attuale non centra? Che dobbiamo uscire dall'euro e magari anche dall'unione europea? Ma gli altri italiani o partiti che non la pensano come lui sono tutti dei non moderati?
Se questa è la sua moderazione sono felice di essere un non moderato!

giovedì 4 ottobre 2012

Riordino, abolisco o accorpo? I tentennamenti politici di Monti

Da quando è al governo Mario Monti sta sfogliando i petali della margherita sul tema delle province con un susseguirsi estenuante e inconcludente di "riordino o non riordino?", "abolisco o non abolisco?", "accorpo o non accorpo?" e sinceramente ci siamo stancati per non dire che ci sentiamo presi in giro e quasi impotenti di fronte ai tanti, troppi, campanili e interessi localistici che immobilizzano la nostra politica. Ormai è evidente a tutti che abolire le province significa risparmiare tanto ed è proprio di questi giorni l'analisi di Confersercenti che stima un risparmio di ben 4,5 miliardi di euro se venissero abolite TUTTE le province (link), talmente evidente che da lassù nell'eterna campagna propagandista tutti lo dicono ...ma nessuno lo fa. Il nostro presidente Mario Monti da buon tecnico aveva prospettato l'abolizione delle province sin dal suo insediamento, ma poi i consigli politici lo hanno costretto ad una retromarcia e così si è passati alla linea dell'accorpamento, ma anche il termine accorpare non è stato digerito dalle amministrazioni locali e da ultimo nel decreto sulla spending review è stato introdotto un più generico e morbido riordino. Purtroppo anche il riordino ha scatenato una valanga di ricorsi campanilistici con Varese che non vuol andare con Como, Ascoli Piceno con Macerata, Alessandria con Asti, Novara con Vercelli e così via. Chiaramente fanno passare queste proteste come motivate da tradizioni storiche, usi, costumi sociali ecc. ecc. ma in realtà queste sono tutte balle! A noi cittadini non interessa un tubo da chi siamo amministrati (da Ancona piuttosto che da Pesaro da Roma o da Milano) piuttosto ci solleva sapere di essere amministrati bene e senza sprechi, poi le nostre radici territoriali rimarranno sempre (perché cancellare una provincia amministrativa non significa affatto cancellare il territorio che resta e resterà per sempre!) e allora la verità di queste proteste sono proprio gli italici interessi della miriade di orticelli politici che ogni amministratore locale coltiva con cura... e per questo spero che Monti per una volta faccia il tecnico serio e si renda conto che la via del riordino è sbagliata perché aprirebbe una serie infinita di contestazioni e di rivendicazioni perché le cose fatte a metà generano sempre equivoci, scontenti e malumori quindi se si deve fare qualcosa di ben fatto le province vanno abolite TUTTE e SUBITO riorganizzando le competenze con gli altri enti locali già esistenti (comuni e regioni). A quel punto tutti i politici locali sarebbero un po' più scontenti per aver perso qualche privilegio ma tutti noi cittadini saremo forse un po' meno diffidenti della politica.

giovedì 19 luglio 2012

Il referendum sulle indennità ai parlamentari? Una grossa bufala!


In questi giorni in rete si moltiplicano gli appelli per andare a firmare in favore del referendum sull'abolizione delle indennità parlamentari.
Il mio parere è che si tratta di un referendum “BUFALA”,  quindi secondo me è inutile andare a firmare!

Ma sapete cosa vuole abrogare? Solamente l’articolo 2 che parla solamente delle indennità di trasferta (vedi qui)!

Sarebbe l’ennesimo referendum che ci farà sprecare un sacco di soldi perché il risparmio che si otterrebbe sarebbe ben inferiore del costo del referendum stesso, senza contare poi il problema che se anche venissero raccolte le firme necessarie ci sarebbero serie difficoltà ad organizzarlo entro i tempi di legge per via delle elezioni amministrative del 2013.
Gli unici che ci guadagnerebbero davvero sarebbero quelli del comitato promotore, il fantomatico partito Unione Popolare (link) che sta promuovendo questo referendum esclusivamente per scopi populistici, elettorali ed economici con i rimborsi elettorali previsti.
Abbiamo un parlamento e delle istituzioni per fare e modificare le leggi ed è giusto che prendano atto del sentimento popolare attuale e legiferino sulla materia delle indennità con i tagli opportuni. E' vero che in passato non hanno rispettato gli impegni su tanti aspetti della vita pubblica con decisioni e scelte catastrofiche e discutibili, ma non possiamo "dar per scontato" che i "nostri" rappresentanti da "noi" eletti non lo faranno in futuro, perché sarebbe la fine della civile democrazia.
La fiducia nella possibilità che si possa cambiare è l'essenza per andare avanti e affrontare il futuro.
Quindi fate attenzione… e non perdete tempo per le firme!

mercoledì 9 maggio 2012

Grillo o non Grillo, il falso bipolarismo è finito!

Finalmente ce ne siamo liberati una volta per tutte!
Non se ne poteva più di questo falso bipolarismo che aleggiava sulla nostra politica condizionandola e falsandola. Nelle ultime elezioni amministrative la grande frammentazione partitica (assolutamente fisiologica e positiva in Italia) è di nuovo tornata al posto che le compete per tradizione nel panorama politico nazionale. E questo grazie alla fine dell'illusione che ci potessero essere solamente 2 poli di attrazione come in certe democrazie di stampo anglosassone con il fallimento di coloro che avevano cullato il sogno che si potessero aggregare le idee come si riempe un carrello della spesa (il 5% di quello più il 15% di quell'altro una manciata di voti lì un pò la e il polo è fatto...) in primis il PDL che aveva riempito il proprio carrello da un predellino.
E' per questo che il popolo italiano si è ribellato a questa impostazione schematica che ne aveva ridotto le capacità di espressione e di protesta, e la protesta è sfociata nell'antipolitica, nei movimenti provocatori e dissacratori alla Grillo nelle liste civiche e cosi via.
Ora non resta che da lassù qualcuno ne prenda coscienza e dia al popolo sovrano una degna risposta, partendo da quella riforma elettorale che dovrà sancire il ritorno al proporzionale, unico modo con cui le mille anime del nostro Paese si possono esprimere e farsi rappresentare.