martedì 8 novembre 2011

Genova 1970 "prevedere e provvedere"

Purtroppo in queste ore difficili, si sentono commenti di politici e non solo che predicano questi fenomeni come imprevedibili e dovuti ai famigerati cambiamenti climatici.
A me sembra un nascondersi per non vedere quello che non è stato fatto in questi anni! Altro che cambiamenti climatici, purtroppo sono fenomeni che rientrano nella normale ciclicità climatica (10,20,30 o 50 anni) accentuati dal dissesto geologico e alla cementificazione edilizia intensiva, sta all'uomo adoperarsi per ridurre al minimo i rischi!
Guadate le immagini dell'alluvione che ha colpito Genova nel 1970 (link) con le parole del giornalista Cesare Viazzi che termina così: prevedere e provvedere.
Sono passati più di 40 anni, oggi si prevede ma non si è mai provveduto. Invece di parlare di cambiamenti climatici i politici passino ai fatti!


martedì 14 giugno 2011

Volete abrogare l'era Berlusconi: SI o NO

Il nostro presidente del Consiglio continua nel suo lavoro per cercare di perdere consensi.... sicuramente ha deciso di uscire dalla politica e cerca di impegnarsi in ogni modo per farlo!
E cosi dopo 20 giorni dalla fine della masochistica campagna delle amministrative (leggi qui) è riuscito nell'intento di prendersi l'ennesima batosta dalla gente che evidentemente ormai è stanca del suo modo di fare, della sui dubbi comportamenti morali privati e pubblici e soprattutto non riesce ad essese più credibile perchè non difende nemmeno le sue leggi e le sue strategie.
Ecco perchè i quesiti referendari che i cittadini hanno trovato dentro le schede sono diventati: volete voi abrogare definitivamente l'era Berlusconi SI o NO e il risultato è stato chiarissimo.
Personalmente penso che per il bene di tutti (destra sinistra centro) i PDL debba trovarsi da subito nuovi candidati, perchè per un dialogo serio e costruttivo le parti in gioco devono essere sempre più di una e poi chissà se una volta finita l'era Berlusconi non si riesca nel miracolo di superare l'era dei muri contro muri? Già, proprio questi muri di gomma sono stati sempre stati le vere palle ai nostri piedi, muri che hanno portato solo asti e atriti nel nostro paese, questi eterni scontri che spero vivamente si tramutino in confronti.
Ultima analisi sui quesiti referendari... e qui iniziano le perplessità. Ma siamo sicuri di aver capito bene i temi in oggetto? Sinceramente penso che la gente italiana abbia perso una grossa opportunità per confrontarsi e conoscere certi temi, primo fra tutti il nucleare. Avevamo una straordinaria occasione per poter discutere serenamente su questa tecnologia illustrando pregi e difetti per poter dare finalmente un giudizio sul principio tecnico e non solo emotivo o ideologico... purtroppo non è stato possibile anche per i motivi citati sopra (di cui Berlusconi inevitabilmente pagherà) ed ora speriamo nel futuro, perchè non basta riempirsi la bocca con belle parole come sostenibilità, energie rinnovabili, sole o acqua.... Il piano energetico è fatto di cifre e numeri concreti e ad oggi purtroppo certe tecnologie belle a dirsi e da tutte auspicabili sono lungi dal essere via praticabili subito da tutti. E per tutti intendo soprattutto la maggiorparte delle persone che vive in una specie di limbo al confine tra la povertà e la sopravvivenza, sono le famiglie e sono le piccole e medie imprese che non hanno bisogno di belle parole ma di fatti concreti e purtroppo ad oggi dire che un pannello solare sia la soluzione (bello ma impossibile dal punto di vista fisico ed economico) sa tanto di promessa... e le promesse non servono per mangiare.

venerdì 20 maggio 2011

Berlusconi, ha deciso di perdere Milano

Ormai è ufficiale, Berlusconi ha rinunciato a Milano. Non si spiega altrimenti la strategia che abbiamo visto oggi su i 5 tg serali dove ancora una volta ha parlato di sinistra estrema, centri sociali, islam, zingari falci e martelli. E Milano? Ma i problemi di Milano sono solo questi? Il 47% che ha votato Pisapia al primo turno sono tutti estremisti e islamici? Possibile che tra questo 47% non ci siano brave persone, oneste e civili che vorrebbero risolvere i problemi quotidiani di Milano e che non pensano solo alle ideologie?

Al primo turno la Moratti ha perso proprio perché è stata più estremista del più estremo sostenitore di Pisapia ed oggi Berlusconi persevera su questa linea che condurrà la Moratti ad una sconfitta ormai certa.

Che senso ha parlare nel 2011 ancora di certi argomenti come sinistra estrema o bandiere con falce e martello? Per favore qualcuno dica al nostro presidente che siamo nel XXI secolo e il secolo delle ideologie è già passato da diversi anni!

Per carità, io non ho mai nutrito simpatie per un certo tipo di sinistra, ma demonizzarla in questo modo mi sembra il più grosso e incredibile errore che si possa fare oggi, anzi alla fine di ritirarla ancora in ballo qualcuno magari finirebbe per credere che il comunismo in Italia esista ancora.

martedì 17 maggio 2011

Che senso ha parlare ancora di bipolarismo?

Che il bipolarismo italico stile pizza e maccheroni fosse già morto ormai si sapeva, ma ora è giunto il momento di celebrarne i funerali.

Scorrendo i risultati di queste ultime votazioni (anche se amministrative) si vedono solo un paio di partiti un pò sotto il 30%, alcuni tra i 10 e il 20% e una miriade di liste tra il 2 e il 10%.
Sarebbe questo il nostro bipolarismo?

E' chiaro che il il nostro paese è terra di tante idee e tante personalità e racchiuderle in 2 o 3 calderoni è estremamente pericoloso e impossibile. Continuare con questo sistema politico e con questa legge maggioritaria non serve a nessuno, serve semmai a creare ulteriore disaffezione verso la politica (con dati sull'affluenza in costante calo) e dar forza alle componenti più radicali ed estreme.

La gente troppo spesso non si riconosce nei grandi carrozzoni della politica come il PD o PDL perchè non ne capisce i programmi, sono troppo generici, vaghi, tropo anti.... (anti Berlusconi, anti procure, anti magistrati, anti liberalizzazioni, antidituttoun), la gente vuole partiti che stiano vicini ai problemi reali, problemi subito individualizzabili, vuole partiti, non importa se grandi o piccoli, in grado di portare avanti le loro idee nel rispetto delle altre idee. E' per questo che auspico un ritorno al proporzionale che faccia rifiorire le tante anime del territorio con coalizioni responsabili che finalmente ci potrebbero traghettare nella terza repubblica. Certamente sarà un cammino lungo e tortuoso, ma non ci sono alternative per riconquistare la fiducia degli elettori.

martedì 19 aprile 2011

Processo nucleare breve

Con l'emendamento presentato oggi al DL Omnibus, il governo fa un incredibile e repentino dietrofront nella lenta e breve marcia verso il rientro nel nucleare civile qui in Italia.
Pazienza, ce ne faremo una ragione e come sempre andremo avanti.
E' evidente (come lo è sempre stato) che al governo Italiano (a questo come a tutti i precedenti) non gliene freghi un tubo della programmazione energetica, ma è più interessato alla pianificazione presente con una attenzione quasi spasmodica al consenso, non per cercare soluzioni responsabili e percorribili per la gente, ma soluzioni populistiche per cercare di continuare a governare (chi e cosa?), e oggi con il voto amministrativo e i referendum alle porte questa evidenza diviene quasi una certezza.
Poco importa se fra 20 o 30 anni saranno in nostri figli a pagare dazio delle scelte di oggi, l'importante per chi deve decidere in Italia è avere il consenso subito...
Poveri noi, povera Italia.

venerdì 1 aprile 2011

Processo breve? Si potrebbe fare se...

In questi giorni la polemica sulla riforma della giustizia e sulle nuove norme per il processo breve infiammano la scena politica. Da una parte il ministro Alfano con la sua lodevole volontà di dare una scossa alla farraginosa macchina burocratica che sono le aule di tribunale, dall'altra chi si oppone dicendo che è tutta una copertura per archiviare brevemente i processi ad personam del nostro premier. Come al solito la verità non sta mai tutta da una sola parte e a volte un pò di buon senso e fiducia nelle istituzioni sarebbe la cosa più giusta. Dunque quale sarebbe la cosa più ragionevole e comprensibile anche per noi che non siamo dei tecnici della politica e della giustizia? Se come dice il ministro Alfano la sua riforma darà più certezze e snellirà molti processi evitando attese che rischiano di diventare sentenze post mortem..., ma si volesse salvaguardare il corso della giustizia per come era stato concepito fino ad ora, secondo me basterebbe mettere una data che divida i processi in essere che dovranno terminare con le vecchie modalità e iniziare con le nuove procedure da applicare ai nuovi processi. Ai profani sembrerebbe una cosa semplice e di buon senso e forse per una volta un accordo tra maggioranza e opposizione si potrebbe trovare e magari mettere come data di entrata in vigore proprio oggi 01/04/2011... basta che alla fine non ci dicano che sia un pesce d'aprile.... Buona giornata.

venerdì 4 marzo 2011

Nucleare: se non ora quando?

Non riesco proprio a capire perchè nonostante ci siano tutte le condizioni per parlare a ragione del nucleare si continua a considerarlo un argomento marginale.
Prima di tutto c'è la crisi dei paesi nord africani che ha mostrato in tutta la sua tragica evidenza la nostra dipendenza energetica (gas e idrocarburi). Purtroppo dopo la nostra masochistica uscita dal nucleare abbiamo dirottato la nostra politica energetica quasi esclusivamente verso il gas e quindi soggetti ai quasi ricatti dei nostri cari amici come Gheddafi o Putin. Con l'idroelettrico che produce oltre il 20% del fabbisogno ma che per motivi evidenti non può essere utilizzato di più, con le rinnovabili che sono usate come costosi specchietti per le allodole belle ma impossibili che nonostante gli incentivi statali degli ultimi anni coprono a malapena l'1,5% del fabbisogno complessivo. E sugli incentivi verso queste ultime apro una parentesi per dire che strutturati così e nella misura attuale, hanno letteralmente drogato il mercato, contribuendo a far nascere una enorme bolla speculativa nel settore che se fra qualche anno scoppierà rischierebbe di creare danni e dissesti finanziari ben superiori ai benefici che gli incentivi stessi hanno procurato.
Basti pensare che in Italia abbiamo un costo medio del megavattora di 60/70 euro mentre ai produttori di fotovoltaico viene pagato 402 euro! Capite perchè vengono anche all'estero ad investire nel settore? Capite perchè i finanzieri hanno fiutato l'affare e ci sono un sacco di abili pescecani che sguazzano in questo mare nostrum degli incentivi pubblici? E chi paga questo surplus? Naturalmente tutti noi cittadini e famiglie (articolo di Sergio Rizzo Corriere della Sera). No, non è così che si incentiva e si sviluppa un paese, è impensabile che l'unica motivazione degli imprenditori del settore siano gli incentivi... in questo modo tutti potrebbero essere abili imprenditori. Nel resto dell'Europa ci si è resi conto dell'anomalia e dell'assurdità di questa politica agli incentivi e stanno correndo ai ripari, dalla Germania, all'Olanda, alla Spagna di Zapatero (qui) fino ai nostri cugini francesi (qui).
E' per questo che l'unica strada percorribile e praticabile è la via del nucleare, che ci permetterebbe di risparmiare sulle nostre bollette elettriche, di svincolarci dalla dipendenza di materie prime (una centrale nucleare richiede pochissima materia prima per creare un enorme quantità di energia, 1kg uranio=20.000.000kg di carbone), di attutire gli effetti delle crisi mondiali come quella attuale, di ridurre le emissioni nocive in aria (una centrale nucleare non ve ne sono!) e di rendere più competitive le nostre già tartassate aziende.
Ormai tutte i più grandi paesi industrializzati (e non solo!) stanno ricominciando a rinvestire nel nucleare con programmi decennali a 50/70 anni, sperando che nel frattempo tecnica e scienza trovino soluzioni e strade più praticabili e sostenibili, come ad esempio vuol fare l'Olanda nel suo innovativo progetto energetico per il futuro che rafforza il nucleare continuando ad incentivare studi e ricerca per cercare soluzioni e mix sostenibili (qui).