martedì 14 dicembre 2010

La Repubblica delle Banane

Oggi la nostra politica si è mostrata nella sua forma più vera: la Repubblica delle Banane.
Finalmente è stata ufficializzata la nostra entrata nelle elites dei paesi dominati da questo nobile frutto!
Berlusconi ottiene la legittima fiducia con 314 voti contro 311 e potrà continuare a governare legittimamente le sue banane.
La mia non è una forma di disprezzo contro il mio paese è solamente la constatazione di ciò che sia lo stato della nostra politica attuale, con politici che possono passare allegramente dall'IDV al PDL, politici che in un mese aderiscono ad un nuovo partito (FLI) e nel giro di pochi giorni cambiano idea nuovamente e ritornano a dare la fiducia al governo.
Prendiamone atto, accettando lo stato della nostra politica, sperando che quella futura sia migliore.
Inutile fare polemica e dare la Berlusconi di comprare voti, perchè in realtà succede il contrario, ovvero sono i voti che si mettono in vendita ai migliori offerenti...
Come è altresì inutile che Berlusconi & C. continuino con la solita cantilena ripetitiva che sono stati legittimati dal voto di 2 anni fa. In 2 anni cambiano tante cose (a parte la politica) il clima civile cambia e bisogna anche avere il coraggio di rendersene conto. In America dopo 2 anni alle elezioni di midterm hanno vinto i repubblicani e Obama ha fatto un mea culpa pubblica e ha aperto a riforme condivise con l'opposizione.
Ah però... dimenticavo... li sono gli Stati Uniti... qui è Italia la repubblica delle banane.

giovedì 2 dicembre 2010

Wikileaks, Gas e Nucleare

Tra i tanti files messi in reti dal sito Wikileaks ce ne sarebbero alcuni che riguardano presunti accordi tra il Putin e Berlusconi sulle forniture di gas russo con addirittura delle percentuali promesse sui profitti realizzati (fonte reuters).
Ora non sta a me verificare l'autenticità di simili notizie, però il sospetto viene considerando i ritardi ingiustificati sul piano energetico nazionale che riguarda il ritorno del nostro paese al nucleare.
La costruzione di centrali nucleari nel nostro paese significherebbe diminuire la dipendenza dal gas estero che oggi è il combustibile più usato per produrre la nostra energia. Chiaramente una simile piano energetico farebbe saltare in futuro molti degli accordi presi per l'approvigionamento di gas russo e quindi le notizie che circolano su wikileaks appaiano molto verosimili proprio in relazione alla nostra politica energetica e agli interessi economici russi, con il presidente Putin che avendo fiutato la possibilità di minori introiti futuri, farebbe di tutto per incentivare l'uso del gas russo.
Fantapolitica? Forse, però...

martedì 30 novembre 2010

Cancun: il vertice dello spreco

Già molti si strappano i capelli perchè sanno che l'ennesimo vertice sul clima si chiuderà (per fortuna!) con un nulla di fatto. L'insuccesso è inevitabile e sarà sempre così fin quando i governi insisteranno a chiamare queste riunioni "vertici sul clima".
Ormai è chiaro che non si può trovare una soluzione umana ad un sistema complesso e naturale come quello del clima, tanto che anche i stessi che dicono che il Global Warming è causato dall'uomo affermano che se anche azzerassimo all'istante le emissioni di gas serra prodotti con le attività umane, la temperatura continuerebbe a salire per altri 50 anni (!?), senza peraltro dirne e dimostrarne le tesi scientifiche. Infatti quando si prova a dare delle spiegazioni scientifiche ci si imbatte sempre in delle anomomale forzature umane che lo scandalo del climategate ha impietosamente messo a nudo.
Ora ditemi voi, considerando questo scenario, come potrebbero i governi del mondo decidere di stanziare miliardi e miliardi di dollari per cercare di abbassare la temperatura di 2° fra 50 70 o 100 anni? Per poi ottenere cosa? Anche se per assurdo fra 70 anni si abbassasse la temperatura media mondiale di 2 gradi, cosa cambierebbe? E ancora, chi dimostrerebbe che la diminuzione ottenuta sia merito delle politiche umane o più verosimilmente opera delle normali ciclicità del nostro pianeta? Ma perchè parlare solo degli effetti negativi di un aumento delle temperature e mai dei benefici che lo stesso aumento potrebbe portare (ad esempio maggiore produzione agricola)? Chi faceva aumentare la temperatura nei millenni e nei secoli passati quando l'uomo non c'era? Ma perchè l'uomo, che si è sempre adattato al clima, non si potrebbe adattare fra 70 anni ad un aumento di 2°?
Sono solo alcune domandine che si potrebbero fare, così semplici, talmente ovvie ed elementari che nessun scienziato sulla faccia della terra è ancora in grado di rispondere...
Resta un dato di fatto, i governi continuano a spendere valanghe di denari pubblici per organizzare questi inutili vertici che tolgono risorse ad altri settori importanti della vita pubblica e ancor più colpevolemente distolgono l'attenzione da altre emergenze ben più gravi e immediate.
La speranza è che dopo Cancun i governi se ne rendano conto, facciano un mea culpa e comincino con il cambiare il nome di questi vertici, organizzando non più vertici ambiziosi e inconcludenti sul clima, ma vertitici per risolvere realtà più drammatiche e vicine alla gente, come l'inquinamento dell'aria che respiriamo (non sono certo i gas serra il pericolo!), i dissesti idrogeologici causati, questi si, dall'opera dissennata dell'uomo, la fame che attanaglia ancora varie regioni del pianeta, lo sviluppo di intere aree sottosviluppate, le discriminazioni di razza o religioni e così via.
Questi si sarebbero vertici internazionali utili e i soldi che si spenderebbero non sarebbero sprecati ma rappresenterebbero un concreto investimento per il nostro futuro.

lunedì 22 novembre 2010

Casini e l'esempio di Obama

Ieri al congresso di Milano Pierferdinando Casini ha di fatto aperto una porta verso un Berlusconi Bis con l'appoggio dell'UDC. L'idea di mantenere in vita uno stanco e obsoleto Berlusconi non è che mi entusiasmi più di tanto, però se questa apertura equivarrà ad una nuova fase politica, dove alla stagnazione di questi ultimi mesi si sostituirà un periodo di riforme concrete e responsabili, dico che non solo sarà un armistizio positivo ma dico che sarà un accordo estremamente necessario.
Logicamente questa apertura non può che essere finalizzata ad un nuovo modo di approcciarsi alle esigenze della nazione e dei cittadini, con delle linee guida e delle priorità ben definite. Penso ad esempio ad un rilancio delle politiche familiari (quoziente familiare in primis), alle politiche per il sostegno e la promozione della sussidiarietà (ad esempio con il ripristino immediato dell'assurdo taglio al 5 per mille), ad una politica energetica chiara (con un mix energetico fatto di nucleare e rinnovabili), la tutela del lavoro con misure per semplificare la vita della piccola e media impresa, la salvaguardia del lavoro dipendente ed infine rafforzare lo spirito di coesione e unità nazionale.
A quanti credono che Casini apra a Berlusconi solo per opportunità, ricordo solamente che poche settimane fa negli Stati Uniti dopo la vittoria dei repubblicani nelle elezioni di Midterm il presidente Barak Obama, riconoscendo il calo di fiducia nei confronti della sua politica (come sta avvenendo qui in Italia nei confronti di Berlusconi), disse che avrebbe ascoltato l'opposizione per un governo più democratico e responsabile.
Sarà mai possibile questo in Italia? Difficile, ma io ci credo.

mercoledì 17 novembre 2010

Saviano e l'eutanasia

Apprezzo molto Saviano, ma quando dice delle fesserie bisogna dirlo.
Mi riferisco al modo con cui è stato trattato l'argomento eutanasia nella trasmissione di lunedì scorso Vieni via con me con una banalizzazione e semplificazione del pensiero della Chiesa Cattolica sul tema.
Ritengo che sia stato quasi vergognoso e insensato paragonare e confrontare i mancati funerali cristiani di Piergiorgio Welby con i funerali di dittatori o gente che si è macchiata di orrendi delitti, come se questo triste momento avesse una chissà quale graduatoria. Mi dispiace caro Saviano, ma hai sbagliato.
Purtroppo ci sono delle verità che vengono omesse dallo scrittore, e la più importante è quella del dono della vita. Vorrei chiedere a Saviano se lui ha avuto la fortuna di scegliersi i genitori, oppure il momento di venire al mondo o il posto dove nascere.
No caro Saviano, noi non possiamo scegliere questo immenso dono che è la vita e come non possiamo scegliere quando, dove e con chi nascere non possiamo scegliere quando, dove e con chi morire.
Sembrano cose ovvie, ma purtroppo viviamo in un epoca dove l'uomo con le sue manie di onnipotenza, con un egoismo accentuato che lo porta a credere di poter decidere tutto da solo. Questo si chiama relativismo etico... e anche dei peggiori.
Bisogna fermarsi un attimo e ragionare, perchè sennò presi dalla frenesia del nostro tempo, del tutto e subito, si perdono di vista i veri valori che sono radicati nel nostro essere uomini e donne.
Una volta fatto questo ragionamento si può discutere su tutto, sull'accanimento terapeutico (ad esempio nel caso di Eluana Englaro e di Welby, di persone in grado di comprendere reagire agli stimoli, dov'era questo accanimento?), su come portare avanti scelte scientifiche o altro, ma sulla vita non spetta noi scegliere! Mai.

giovedì 30 settembre 2010

I cuffariani hanno votato la fiducia a Berlusconi? Evviva!

Finalmente si fa chiarezza e ... pulizia nel nuovo progetto del Partito della Nazione.
Diranno: ma l'UDC siciliana è un serbatoio enorme di voti...
Ecco il punto, è ora di finirla con questa storia dei serbatoi, dei piccoli o grandi feudi che i loro capitani di ventura offrono a chi garantisce loro potere incontrastato.
Basta con questi giochetti da prima repubblica! E' vero che la politica, purtroppo, troppo spesso viene fatta con la calcolatrice in mano, ma vorrei credere in una politica non finalizzata al voto numerico ma alla persona, una politica che non rappresenti solamente un numero in mano ad abili matematici che spostano gli addendi per formare nuove e fantasiose fomule (tanto invertendo o spostando gli addendi il risultato non cambia...).
Quindi chi ancora crede di utilizzare i metodi della prima repubblica è meglio che se ne stia fuori dal nuovo progetto dell'Unione di Centro o meglio ancora fuori dal più ambizioso progetto del Partito della Nazione.
Oggi avremmo sulla carta qualche punto percentuale in meno, ma con la coerenza, la trasparenza e la costanza di portare avanti i nostri valori e i nostri ideali si riuscirà a realizzare una politica per la gente... e la gente premierà questa nuova linea politica!
Mi auspico che Pierferdinando Casini dia un segnale forte alla nazione con coraggio e senza paura.

martedì 14 settembre 2010

E i Cristiani bruciano veramente...

Sgomento, rabbia, dolore, incredulità, rassegnazione.
Non saprei come descrivere il mio stato d'animo di fronte a questi ennesimi episodi di violenza da parte degli integralisti islamici nel kashmir indiano dove olte 18 cristiani sono rimasti uccisi nei roghi di chiese e scuole.
Ma lo sconcerto maggiore è quello di constatare l'immobilismo mediatico di noi occidentali e il notevole squilibrio tra come è stata invece trattata la "buffonata" del reverendo americano Terry Jones che voleva bruciare il corano, riempendo le prime pagine dei giornali per giorni e giorni con un enfasi planetaria tanto da scomodare persino il presidente americano Barak Obama.
Ma come? Il Jones parla e straparla di voler bruciare il corano e giù fiumi d'inchiostro, mentre 18 cristiani vengono arsi veramente e la stampa liquida la notizia in poche righe (tranne poche eccezioni come Avvenire e Liberal) e in pagine interne...
Mi sembra che ci sia un eccesso di perbenismo o forse (e peggio ancora) una sorta di timore o paura nei confronti dell'Islam e per esorcizzare tale paura della violenza di una parte minoritaria di fanatici basta semplicemente non parlarne, far finta che si tratti di episodi locali e di poca rilevanza...
Certo che noi da cristiani perdoniamo e perdoneremo sempre la violenza perchè proprio il perdono è il centro del nostro credo e perchè da duemila anni siamo abituati a subire violenze, però non si può rimanere in silenzio di fronte alla violenza.
Reagire no ma denunciare e gridare forte si!

venerdì 30 luglio 2010

I nodi vengono sempre al pettine

Tra tutti i commenti che si leggono oggi non ho letto l'unica e semplice verità di questa rottura nel PDL che ne segna l'inizio della fine.
Tutti hanno ragione quando parlano che si è fatta chiarezza, che si è usato un metodo bulgaro, che Fini e i probiviri avevano esasperato Berlusconi e così via, ma la realtà è molto più semplice: tutti i nodi vengono sempre al pettine.
Non ci voleva una grande immaginazione per prevedere un epilogo simile, d'altronde avevo scritto mesi fa tante volte sull'argomento, come nell'articolo del 09 marzo "Bipartitismo algebrico" oppure il 22 aprile "Morte di un partito mai nato" e la verità è una soltanto: non si può far nascere un grande partito democratico e liberale da un predellino e per di più con il chiaro intento di sfruttare un vergognoso sistema elettorale che solo il genio italico poteva concepire!
Inutile nascondersi, nel bene o nel male l'Italia è fatta di tante anime, tanti pensieri, tante opinioni e quello che potrebbe andar bene da altre parti non può essere applicato da noi come se fosse una semplice formula matematica.
L'errore di Berlusconi è stato proprio questo eccesso, quasi maniacale, di applicazione di uno schema unificante (PDL) e di una formula (sistema elettorale maggioritario) e complice il carattere delle nostre personalità e del nostro genio italico che ci contraddistingue nel mondo ora il sistema Partito delle Libertà sta implodendo su se stesso.

martedì 13 luglio 2010

Alla politica piace navigare in acque tempestose

Sulle larghe intese Casini anche questa volta a colto nel segno, sia nei tempi che nei modi. E tutto questo alzar di voce nei suoi confronti è il sintomo che è sulla giusta strada. Infatti in Italia sono sempre le idee migliori a dar fastidio a essere scomode, scomode ai tanti interessi personalistici e di bottega che guardano gli interessi di partito piuttosto che a quelli dell'Italia.
Purtroppo si da fastidio alla Lega che vede in pericolo la sua leadership, si da fastidio ai colonnelli del PDL che vedrebbero ridotti il loro poteri, si da fastidio al PD che è nata e si riproduce con l'antiberlusconismo, si da fastidio all'IDV con la sua politica da tribunale, si da fastidio ai tanti politicucci e politicanti locali e di quartiere che vedono a rischio i canali preferenziali per i loro affarucci e cosi via. Non ho mai creduto che Berlusconi sia il salvatore della patria come non l'ho mai ritenuto un anticristo o un appestato. Ed è proprio la mediocrità di certi politici che mi delude molto, e parlo di tutti quelli che hanno come unico punto di riferimento l'antiberlusconismo o il berlusconismo estremo.
Il paese ha bisogno di altro e per risolvere i problemi, tutti devono remare in una stessa direzione per uscire da queste acque agitate e tempestose e dirigersi verso il grande porto della stabilità e della tranquillità. Lo so che è impossibile, e continueremo a navigare a vista portati dalle correnti che continueranno a sbatterci a destra e a sinistra piuttosto che seguire una rotta ben precisa e sicura, sicuramente meno interessante per i piccoli porticciuoli nati e sorti per intascare risorse, ma ben più benefica per il nostro paese.
Buona giornata.

martedì 15 giugno 2010

Bondi apre al UDC partendo dai valori

Un paio di giorni fa il coordinatore nazionale del PDL Sandro Bondi a riaperto il dialogo (ag. Asca) con l'UDC partendo dai valori cristiani.
Ritengo che queste affermazioni di Bondi siano il segnale di apertura più concreto e profondo in questi ultimi mesi che non riguarda una semplice opportunità politica ma un diverso modo di intendere la politica per il bene comune.
L'Unione di Centro deve saper valutare come concretamente passare dalle belle parole di Todi, con il progetto Partito della Nazione, ai fatti della vita quotidiana del paese.
Se è vero come i dirigenti del futuro partito hanno affermato che il paese ha bisogno di un clima nuovo con il confronto al posto dello scontro e con il dialogo costruttivo al centro del dibattito politico, non si può liquidare sbrigativamente catalogandola come opportunistica questa apertura che viene da Bondi.
I valori cristiani non sono negoziabili e modificabili a piacimento, poco importa chi ne parli, questi valori non hanno una collocazione politica ma sono un riferimento. Non si deve rifiutare chi vuole dialogare partendo da queste basi. Quindi ben vengano aperture di questo genere, sia se vengano fatte da Bondi, da Berlusconi, da Bersani, o chi per loro. Altrimenti che novità sarebbe il progetto dell'Unione di Centro?
Infatti si tratta solamente di dialogare partendo da valori che si condividono. Se non capiamo questo, restiamo infangati nella solita politica del pregiudizio e dello scontro ad ogni costo.
qui non si tratta di fare accordi politici in base a questo o quel valore.
Non si tratta di prevaricare uno stato laico come il nostro, anzi il rispetto di ogni legittima idea o posizione è assolutamente prioritario. Solo che se un partito o gruppo o movimento pensa che per il bene della società alcuni valori debbano fare da fondamenta ben vengano confronti sul tema.
E' che secondo me certe tematiche come testamento biologico, aborto e coppie di fatto non possono essere trattate alla stregua di una normale decisione finanziaria o legislativa, sono tematiche che vanno approfondite perchè nel tempo determinano il modo di vivere di una società. Certo la libertà della persona prima di tutto, ma alcune regole e limiti vanno messi, altrimenti è il relativismo a spadroneggiare con tutte le conseguenze che ne derivano e ben evidenti nel normale vivere di oggi. Purtroppo non ce ne rendiamo conto ma nel nome di una sempre più egoistica libertà personale vengono banalizzati alcuni valori che ci sono stati tramandati nei secoli di generazione in generazione. Non ce ne accorgiamo fino a quando non parliamo di violenza sempre più diffusa, immoralità ovunque, percentuali altissime di separazioni, figli lasciati in balia di se stessi, sopprusi e indifferenza dilagante. Fare accordi su certi valori, non rientra nella normale routine politica dove ci sono una maggioranza e un'opposizione dove si può essere o non essere d'accordo su una legge o su una riforma, ma riguarda il futuro che vogliamo per la nostra società.
Ecco perchè finchè qualcuno parla di valori cristiani la fiammella della speranza per il nostro futuro rimane accesa.

venerdì 28 maggio 2010

Abolire le Province? Scusate ci siamo sbagliati...

Dopo che avevamo sperato nella buona notizia, anche se molto limitata dell'abolizione di qualche provincia, oggi la doccia fredda con il dietrofront governativo: "scusate ma non è vero che le province saranno abolite". E noi gridiamo forte: VERGOGNA! Come può essere credibile un Governo che non riesce a tagliare nemmeno un pò di questi sprechi così ecclatanti? E non ci vengano a raccontare le balle dell'incostituzionalità, altrimenti ci troveremo di fronte ad emeriti ignoranti, e leggendo alcuni commenti come quelli del presidente della provincia di Fermo o del presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione viene da chiedersi perchè non studiano di più la nostra Costituzione. Certo che le province sono previste dalla nostra Costituzione, ma la stessa non qualifica espressamente le funzioni (comunque non legislative) attribuite a tale istituzione, poiché compito di indicarle è invece lasciato in modo integrale al legislatore ordinario: ai sensi dell'art. 117, comm. 2, lett. p). Cost. lo Stato detta con legge la disciplina elettorale, nonché in materia di "organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città Metropolitane"; al di là di questi settori (ammesso che rimanga qualcosa di significativo) la potestà di legiferare è lasciata alle Regioni. Dunque: se l'eventuale soppressione dell'ente non può che esser compiuta mediante legge costituzionale, il Parlamento ha invece la facoltà di rimodulare con ampia discrezionalità il ruolo delle Province nell'aspetto istituzionale complessivo. L'unico vincolo esplicito è costituito dal dettato dell'Art. 118 cost. secondo cui "le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidarietà, differenziazione ed adeguatezza": la chiara elasticità di un simile criterio non necessità nessun commento! Poi c'è chi tira in ballo l'art 133 della Carta Costituzionale. ''Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province - si legge nell'articolo in questione - nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modifiche le loro circoscrizioni e denominazioni'', anche questo articolo visto l'importanza dei risparmi che ne deriverebbero sarebbe facilmente superabile, lasciando la provincia come ente meramente territoriale ma svuotandolo di ruoli e competenze che potrebbero essere inglobati in altri enti come Regioni e Comuni. Si tratta solamente di volontà, e di responsabilità civile e sociale! Siamo stanchi di quei "presidentucci" di provincia che vanno spargendo lacrime di coccodrillo per difendere i propri interessi di poltrona! BASTA!!!! E' ora di finirla di farci predere in giro dai politicanti che antepongono i privilegi personalistici agli interessi della gente!

mercoledì 26 maggio 2010

Abolizione delle province: lo specchio per le Allodole

E' uno scandalo! Il più classico degli specchi per le Allodole.
Ma io dico, nei palazzi governativi ci considerano dei fessi? E' da un paio di giorni che circolava la voce della possibile eliminazione di alcune province, e molti la consideravano a ragione una buona notizia. Se ci sono da fare dei sacrifici è giusto partire dagli sprechi.
Poi da ieri sono emersi i numeri di questa pseudo abolizione burla che si limiterà l'abolizione delle province con meno di 220.000 abitanti e per di più non saranno coinvolte quelle confinanti con stati esteri.
A conti fatti andando a vedere le province sotto questo limite si constata che questo annuncio coreografico si concretizzerà con l'abolizione di non più di 10 province su 110! Avete capito bene 10 su 110 ovvero meno del 10%. Due cose volevo dire al ministro Tremonti, la prima è che le province non sono come le indennità dei ministri che possono essere tagliate del 10%, o tutte o nessuna. Seconda domanda, perché questo limite che riduce la portata di questo taglio? Perchè non portarlo magari a 250.000 che renderebbe i risparmi più sostanziosi?
Ah già dimenticavo la provincia di Lodi in mano alla Lega Nord ha 223.000 abitanti... oppure la popolazione della Provincia di Asti (220.156 abitanti al 31-12-2008), presieduta dall'on. Maria Teresa Armosino (PDL), già sottosegretario del Ministro Tremonti nella legislatura 2001-2006, e per chiudere in bellezza aggiungo la provincia di Imperia con 220.712 abitanti attualmente governata da una coalizione di Centro-destra, eletta nelle elezioni provinciali del 28-29 marzo 2010 con elezione diretta del candidato Luigi Sappa.
Sono solo cattivi pensieri, ma sapete a volte a pensar male...
Forse ancora il governo è ancora in tempo per modificare il testo di legge. Ci vuole coraggio e lucidità soprattutto in questi periodi, in fondo non si tratta di qualcosa di così stratosferico, si tratta di dirottare le competenze e il personale tecnico provinciale alle regioni e ai comuni, con un considerevole risparmio sui costi burocratici e politici e magari trasferire questi risparmi alle regioni. Questo si, sarebbe un bel esempio di federalismo responsabile e non solamente fiscale!

lunedì 17 maggio 2010

...e Bossi è poco utile all'Italia!

Intervista di ieri: Bossi avverte il Cavaliere: "Casini è come Fini, poco utile".
E allora? Semplici punti di vista.
Dal mio, ad esempio, Bossi ora come ora è poco utile all'Italia. Forse mi daranno del razzista perché difendo la razza e la patria italiana... me ne farò una ragione, ma a sentir parlare il popolo leghista non mi sembra proprio che abbiano a cuore la nostra nazione e la nostra unità.
Quindi cosa ci stanno a fare in un governo e in un parlamento italiano?
Purtroppo la politica di Bossi e della Lega ha avuto successo proprio perchè non è politica nel sua definizione originaria (arte di governare la polis/città), è una sorta di antipolitica populista che con annunci, slogan e proclami ha acquistito consensi che provengono dalla rabbia dei delusi dell'apolitica degli ultimi anni, rabbia che viene più dalle pulsioni emotive che dalle coscienze razionali.
E' per questo che penso che ad un certo punto questa sovrabbondanza di pulsioni emotive possano a lungo andare portare a degli episodi incontrollabili e imprevedibili per la nostra società.
Nazione avvisata mezza salvata.

lunedì 10 maggio 2010

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma

L'idea di Pierferdinando Casini di formare un nuovo grande Partito della Nazione, una nuova formazione politica aperta a laici e cattolici, credenti e non credenti mi sembra che possa essere quella classica semplice intuizione che alla fine potrebbe rivelarsi geniale come sempre è avvenuto per le piccole/grandi rivoluzioni tecnico scientifiche.
Ormai oggi si fa un gran parlare di riforme o non riforme, di sistemi maggioritari o proporzionali, di governi e di opposizioni ma alla fine cosa resta? Alla fine solo chiacchiere! Tutto immutabile e quasi quasi comincio a pensare che quando Antoine Lavoisier scrisse il suo celebre postulato di chimica "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" ebbe in visione la nostra politica italiana...
Pensateci bene, guardate la politica degli ultimi 30 anni alla luce di quanto affermava Lavoisier, e poi ditemi se non è cosi!
Molti obbietteranno che molto è stato fatto che la società è cambiata eccetera eccetera eccetera.
E allora? Caspita che cambiamenti! Che società evoluta! Che politica innovativa e moderna! Che nuova moralità diffusa! Complimenti! ...Però non me ne sono accorto...
Purtroppo la politica non è chimica o matematica, e non basta fare semplici operazioni di assemblaggio, modificazione genetica o quant'altro per creare qualcosa di nuovo, assolutamente no. Ci vuole qualcosa di diverso. Qualcosa che faccia superare lo scontro ideologico che è l'origine dell'eterno immobilismo italico. E poi scontrarsi su delle ideologie già morte e sepolte è come litigare per dividersi l'eredita, questo è mio, no è mio, tu non può parlare perchè ti sei comportato così, e tu dove eri quando, e cosi via litigando...
Bisogna confrontarsi, bisogna dialogare, altrimenti non si va da nessuna parte, lo riscrivo perché non vedo soluzioni alternative: abbiamo bisogno di un moderno dialogo costruttivo perché altrimenti non andiamo da nessuna parte!
Bisogna che chi fa politica rinunci alla pretesa di essere l'unico depositario della verità, di vantarsi del potere acquisito, di abusare di questo potere a discapito della gente che è la vera titolare di diritto della politica. E' per questo che nella sua semplicità disarmante il nuovo progetto di Casini potrebbe avere una risonanza incredibile, rappresentare la nuova via per la terza repubblica, una politica meno autoreferenziale ma più concreta, perché in fondo Lavoisier aveva ragione, non abbiamo bisogno di chissà quali stravolgimenti o distruzioni, abbiamo bisogno solamente di buon senso e responsabilità sociale e forse riusciremo a trasformare veramente la nostra nazione.
Buon lavoro

venerdì 7 maggio 2010

Bipolarismo all'Inglese? Ridateci il proporzionale!

Chi ancora nel nostro paese lodava il sistema bipolare anglossassone come esempio da seguire, dope le votazioni di ieri in Gran Bretagna dovrà rivedere alcune delle granitiche convinzioni.
Il risultato è stato chiaro, il bipolarismo all'inglese non c'è più la favolette del sistema maggioritario come cura del nostro paese è ormai superato anche dalla storia.
Chi mi sa spiegare con convinzione perchè in una grande nazione civile, democratica e moderna dovrebbero esistere 2 soli grandi correnti di pensiero? Perchè una semplificazione delle idee dovrebbe corrispondere ad una migliore gestione pubblica? Perchè minor partiti dovrebbe significare maggior rispetto per la cosa pubblica? Perchè? Io non riesco proprio a vederne i vantaggi e non mi venite a ritirar fuori gli antichi vizi della prima repubblica (guardate la seconda...), anzi credo fermamente che un sistema pluralista di idee e di partiti possa rappresentare meglio una moderna società civile e democratica.
E' per questo che se c'è da ripartire con le riforme, mi auspico un ritorno al sistema proporzionale, dove almeno la diversità delle idee e dei punti di vista possono emergere con chiarezza e non relegate alle linee guida dei partitoni, grandi si ma condizionati da pochi.

martedì 4 maggio 2010

Il nucleare è una priorità

Vorrei qui sinteticamente spiegare il motivo per cui ritengo che il rilancio del nucleare sia indispensabile per la nostra nazione.
Prima ragione è il costo della nostra bolletta elettrica, che è la più alta in Europa. E’ evidente che questo costo elevato è causato dalla dipendenza che abbiamo dalle principali forme energetiche, prime fra tutte quelle di origine fossile, e l’Italia da quando ha abbandonato sciaguratamente il nucleare si è concentrata in prevalenza sul gas.E quella del costo elevato è assolutamente una priorità, perché il maggior costo elettrico si ripercuote inevitabilmente nelle classi più deboli, nelle famiglie e nel tessuto imprenditoriale della piccole e medie attività, che già soffrono la perdita di competitività sui mercati. In quest’ottica il nucleare non è solo un scelta possibile, ma assolutamente necessaria. Considerando che può dare energia in grande quantità in maniera economica, sicura e pulita.
Economica perché il costo di 1 kwh di energia da nucleare costa mediamente non più di 0,035 € (contro i 0,60 del fotovoltaico!) e questo costo si ottiene considerando tutti i costi dalla progettazione della centrale, alla costruzione, alla gestione, allo smaltimento delle scorie fino ai costi della dismissione dopo 40/50 anni.
Sicura, perché allo stato attuale i rischi di eventuali incidenti sono prossimi allo zero, e il tanto evocato spettro di Chernobyl è stato l’unico grande incidente nucleare causato non tanto dalla tecnologia delle centrali ma dal degrado in cui versava il sistema statale comunista ormai prossimo al tracollo. E poi sullo stesso c’è sta una forte campagna ideologizzata che ha fatto molto breccia sulle paure della gente che ha travisato i veri aspetti dell’incidente che ha causato secondo i rapporti ufficiali dell’organizzazione mondiale della sanità meno di 100 morti http://www.unscear.org/.
Un numero che è infinitesimamente più basso dei morti causati negli incidenti nelle altre centrali tradizionali, senza contare i morti dovuti a incidenti in grandi dighe costruite per l’idroelettrico e quelli per i tumori causati appunto dai gas di scarico delle centrali tradizionali oppure ai disastri ambientali come quello che stiamo vedendo adesso in Lousiana.
Anche il problema della radioattività del dopo Chernobyl è stato altamente sopravvalutato, infatti è vero che nelle zone vicine molti bambini sono stati colpiti da una tipologia tumorale alla tiroide, ma la stessa nella stragrande maggioranza dei casi è stata superata.
Pulita, perché è del tutto evidente che in un processo nucleare non c’è la combustione con lo scarico nell’aria delle sostanze tossiche e inquinanti tipiche delle centrali a combustibili fossili, tutto avviene con reazioni controllate all’interno della centrale stessa e tutto il ciclo delle scorie viene fatto con sistemi di controllo molto accurati. Inoltre altro fatto molto importante per chi vuole una riduzione della fantomatica CO2 (anidride carbonica) è la considerazione che nel processo nucleare le emissioni di CO2 sono praticamente uguale a zero.
E’ proprio per questo che influenti ambientalisti (Patrick Moore, James Lovelock ,Chicco Testa, James Hansen) si sono ultimamente detti convinti della scelta nucleare come unica soluzione praticabile per la riduzione di tali emissioni. E evidenza di questo è stata la riapertura al nucleare dello stesso Barak Obama paladino della green economy, che ha recentemente finanziato la costruzione di 2 nuove centrali in Georgia.
Ultima analisi va fatta su un obbiezione molto frequente: ma allora perché non puntare con decisione al solare? La risposta è molto semplice e sta purtroppo nella costatazione della realtà. L’energia fotovoltaico di per se è bellissima, e per questo i finanziamenti e la ricerca in questo campo devono continuare, ma attualmente è del tutto impensabile che si possa sostituire alle forme energetiche tradizionali. Primo perché ad oggi ha un costo talmente sostenuto che se pensassimo di arrivare a soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico italiano con il solare la spesa pubblica (attraverso il meccanismo degli incentivi) si gonfierebbe a dismisura rischiando di provocare un collasso come quello che stiamo vedendo in altri paesi come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna o il Portogallo. Secondo perché se anche installassimo una grande quantità di pannelli solari, non potremo rinunciare a costruire altre centrali tradizionali, perché la l’energia solare non è un energia costante sempre disponibile, ma dipendente dall’irraggiamento (non è sempre mezzogiorno), dall’inclinazione terrestre (stagioni) e dalle condizioni meteorologiche (non sempre il cielo è sereno).
E’ per questo che credo che l’unica alternativa possibile e sostenibile al sistema energetico attuale sia un mix equilibrato fatto di nucleare, idroelettrico e rinnovabili (solare, eolico, energia da rifiuti e biomasse).
Per me questa è una scelta chiara e responsabile, senza nessuna visione ideologica e politica, ma solo di buon senso perché tutti abbiamo a cuore il nostro Paese e a noi che ci viviamo.

venerdì 30 aprile 2010

Acqua privata? No al referendum

In questi giorni è partita la raccolta delle firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Vorrei sinteticamente spiegare perchè sono contrario a questa iniziativa.
Innanzitutto troppo spesso nel nostro Paese si è abusato di questo forte strumento democratico qual'è il referendum, e gli ultimi risultati in termini di partecipazione ne sono l'evidenza. Sul tema dell'acqua penso che questo strumento non sia giusto perchè ho notato troppa strumentalizzazione e poca informazione corretta, e alla fine si potrebbe arrivare a delle scelte populiste ma poco razionali sul piano pratico e di gestione.
Dico solamente che non andrebbero fatte campagne demonizzatrici contro la privatizzazione a prescindere. E' evidente che qualsiasi scelta va fatta con estrema chiarezza e trasparenza, ma vanno analizzati vari fattori, primo fra tutti il diritto di noi cittadini ad avere un servizio e una qualità dell'acqua ottimale. E purtroppo non sempre pubblico vuol dire efficienza. A livello nazionale abbiamo delle situazioni di acquedotti che fanno letteralmente "acqua" da tutte le parti con i conseguenti costi che ne derivano, sia legati all'aspetto economico che a quello della sicurezza (impianti di depurazione al limite della decenza...).
Non è corretto accostare la parola "privato" necessariamente a qualcosa di negativo come vorrebbero far credere i promotori dell'iniziativa, bisogna avere l'onestà intellettuale di riconoscerne anche i vantaggi, legati magari ad una gestione ottimale, con controllo degli sprechi e della qualità.
Ovvio che dovrebbe essere sempre un'autorità pubblica a gestire i controlli sia qualitativi che sulle tariffe per evitare delle speculazioni o delle gestioni improprie.
L'esempio delle telecomunicazioni in questo senso è stato eclatante con tariffe che grazie alla concorrenza si sono ridotte consistentemente.
E poi in ultima analisi, mi chiedo la ragione per cui se molti sono disposti a pagare l'energia solare molto di più rispetto alla tradizionale perché rispettosa dell'ambiente, perché non dovremmo accettare un piccolo aumento dei costi dell'acqua se gli stessi aumenti permettessero una qualità e un servizio ottimali?
Buona giornata e buona riflessione.

giovedì 29 aprile 2010

Il Global Warming motore della green ecomomy

Vorrei parlarvi di alcuni aspetti di un tema che sembra secondario o quasi scontato ma in realtà nasconde molte verità scientifiche poco note e molto strumentalizzate dalla politica: il riscaldamento globale di origine antropologica (Anthropogenenic Global Warming).
Purtroppo c’è molta ignoranza su questo problema che è all’origine della grande confusione che si ha sull’argomento . Basta chiedere a qualcuno cosa sia la CO2 e subito viene fuori un quadro già allarmante e sconfortante, la stragrande maggioranza della gente comune spaccia la CO2 che altro non è che la semplice anidride carbonica (o biossido di carbonio) in un gas inquinante e pericoloso, quando in realtà l’anidride carbonica sta alla base proprio della vita sulla terra entrando nel ciclo vitale delle piante, degli animali, dell’acqua e contribuendo all’effetto serra che permette a tutti noi di abitare il nostro pianeta.
Perché la gente ha questa visione? Semplice, perché c’è stata un’enorme forzatura mediatica gonfiata a dismisura da grandi interessi mondiali che stanno cavalcando la nuova e remunerativa politica della green economy. Da anni ormai leggendo giornali, guardando le tv o quant’altro tutto sembra ruotare sulla concentrazione di CO2 e la sua presunta colpa nel Global Warming , con tanto di scenari apocalittici sempre più terribili e catastrofici.
In realtà, nel mondo scientifico le cose stanno in modo leggermente diverso, e l’ultimo scandalo (il Climategate) che ha colpito vari scienziati dell’IPCC e anche collaboratori del paladino della green economy Al Gore, ha evidenziato quante forzature ci sono state per montare uno scenario quasi apocalittico che in realtà molti studiosi e climatologi hanno notevolmente ridimensionato, costatando che questi cambiamenti climatici poco hanno a che fare con l’uomo ma sono semmai legati alla normale ciclicità climatica del nostro pianeta e della nostra stella: il sole.
Però i grandi mass-media ancora tardano a dare delle giuste e più corrette informazioni, in quanto è evidente che una foto di un orso polare solo su una lastra di ghiaccio spacciato come vittima del GW fa più audience di una notizia magari più rassicurante e meno eclatante.
Sicuramente tutti voi avrete sentito parlare dello scioglimento dei ghiacci del polo nord, della possibilità del passaggio a nord-ovest e così via, ma nessuno vi ha mai detto che i ghiacci del polo-sud non sono mai stati così in salute anzi hanno ultimamente raggiunto i massimi livelli degli ultimi 30 anni. Oppure nessuno vi dice che negli ultimi 10 anni la temperatura globale terrestre non ha subito aumenti (e forse è vero il contrario).
Ma perché alcune evidenze scientifiche non vengono divulgate nei grandi canali mediatici? Semplice, perché sono verità scomode! Scomode al nuovo tipo di business di oggi che fa dell’allarmismo il suo grande motore, capace da solo di smuovere grandissime quantità di capitali (esempi piuttosto eclatanti sulla tecnica allarmistica la ritroviamo anche nella vendita dei vaccini influenzali, influenza suina docet…) e oggi c’è da smuovere il gran complesso della green economy dove gli Stati per giustificare l’uscita di enormi flussi finanziari devono appoggiarsi a delle teorie verosimili che colpiscano l’immaginario collettivo.
Ultima riflessione, ma se invece di spendere palate di denaro nella prevenzione di rischi futuri e difficilmente verificabili, perché non dirottare questi soldi in emergenze ben più attuali e verificabili come la fame nel mondo, le diseguaglianze sociali e i tanti disastri causati dall’uomo nella gestione vandalica del creato? Lascio a voi le possibili risposte.

giovedì 22 aprile 2010

Morte di un partito mai nato

Oggi 22 aprile 2010 lo scontro tra Berlusconi e Fini ha segnato la definitiva rottura di un partito nato da una sommatoria di numeri più che da un insieme di idee.
Come già avevo avuto modo di scrivere, è la logica fine di un partito nato per esigenze puramente algebriche e matematiche più che da una chiara volontà di costruire un progetto comune.
D'altronde chi era così ingenuo da pensare che per formare un partito bastava fare un annuncio da un predellino di un auto? Suvvia facciamo i seri e non diciamo fesserie, il partitone è servito solamente per dare una parvenza verosimile a questo bipolarismo farlocco che abbiamo in Italia, creato con una legge elettorale disastrosa più che dal vero sentire della gente italiana.
Fino ad ora era riuscito a reggere solo per la forza indiscussa del suo leader Berlusconi, ma i nodi vengono sempre al pettine, e li Fini proprio non è riuscito a passare e il capello si è inesorabilmente spezzato.
Comunque penso che questo scontro sarà salutare per il paese e per la sua democrazia. Non penso che si arriverà ad un voto anticipato, però penso che da oggi si aprirà una nuova fase politica, magari con più partiti ma comunque con più idee da mettere sul tavolo del confronto.
Le idee di un partito sono ben visibili e valutabili, ma se le stesse idee restano relegate a delle correnti di un partito con una forte leadership, resteranno inevitabilmente astratte ed inutili per la vita concreta del paese.

giovedì 15 aprile 2010

Dalla Consulta finalmente un pò di chiarezza

Con la sentenza della Corte Costituzionale, che ha respinto la pretesa di alcune associazioni gay di introdurre nel nostro ordinamento il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali sfruttando in modo capzioso alcuni articoli della Costituzione, si fa finalmente chiarezza su un argomento di enorme importanza per le possibili ripercussioni che potrebbe avere sul piano etico e sociale.
Ora nessuno si potrà nascondere dietro a presunte violazioni o tutele costituzionali, ora eventuali normative avranno una responsabilità politica precisa, così chiara che i cittadini si potranno rendere conto chi ha veramente a cuore la salvaguardia della cellula fondamentale della nostra società qual'è la famiglia.
Dietro questa sentenza della Consulta non c'è nessun discrimine o intolleranza, c'è solamente del buon senso, quel buon senso che ci fa dire che il matrimonio non è stato creato dallo Stato, ma ha origini antropologiche antiche e profonde. Compito dello Stato è quello di regolamentarlo, riconoscendo in esso la sua estrema importanza nel corretto evolversi di legami che partono dalla famiglia fino ad arrivare in tutta la società. Legami che così strutturati portano in se quel grande patrimonio fatto di educazione, di diritti e di doveri che sono alla base di ogni società civile.
E visto lo sbando delle nuove generazioni, sempre più violente e sempre più intolleranti, penso che la famiglia tradizionale sia l'unico argine che abbiamo per difenderci da queste derive. Argine contro un società sempre più egoista e individualista dove il consumismo esasperato ha trasfomato in prodotto di consumo anche i nostri valori, la nostra cultura e le nostre tradizioni.

martedì 30 marzo 2010

Riconquistare la fiducia

Vorrei fare una piccola analisi generale su queste elezioni regionali, senza particolari pretese ma con molta razionalità posso affermare che questo voto ha ulteriormente diluito i consensi elettorali, spalmandoli ancor di più verso gli estremi più radicali e populisti (IDV e Lega), confermando se ancora ce n’era bisogno i limiti del bipolarismo all’italiana. I partiti più moderati perdono consensi (PDL e PD), l’Unione di Centro regge nonostante ci sia ancora chi crede che non sia un voto utile... E l’unico vero partito che avanza con decisione, anzi irrompe con prepotenza nello scenario politico italiano è il PAI: Partito Astensionisti Italiano.
Un terzo degli Italiani non ha partecipato al voto (oltre 13.000.000) e oltre alla fisiologica astensione ci sono stati 3.000.000 in meno di votanti rispetto alle precedenti elezioni. Tre milioni di italiani moderati che sono stanchi di questa politica rissosa, urlata e populista che invece di affrontare i problemi preferisce lo scontro, la demonizzazione dell’avversario, dove l’arena politica non è più rappresentata dal dialogo tra le parti ma dall’eccitazione di piazza.
Questa sarà la grande sfida dei partiti moderati, ovvero quello di riconquistare la fiducia di questi cittadini, fargli capire che un altro modo di fare politica è possibile, fargli capire che la politica non sono solo giochi di potere ma anche difesa di valori e di ideali, bisogna dar voce a questa forza politica silenziosa ed invisibile che non vuole gettarsi nell’arena della politica ma vuole più concretezza da essa.
Sono consapevole che questo clima avvantaggi i partiti più “rissosi” che buttano continuamente benzina sul fuoco di questa politica per alimentare i loro consensi, ma credo che un’altra politica sia possibile e riavvicinare la gente moderata alla politica sarà un grande successo per la nostra democrazia.
Sbaglia chi ritiene che si possa accantonare la vicenda con un semplicistico e superficiale "in altri grandi paesi l'astensione è ancora maggiore", il non voto non può essere banalizzato perchè esprime comunque un distacco dalla vita pubblica e il primo a farne le spese è lo stesso Stato che rischia sempre di più di allontanarsi dal comune sentire della gente con tutti i disagi e i malumori che ne conseguono.

lunedì 29 marzo 2010

Tanti in piazza pochi alle urne...

Saranno soddisfatti gli incitatori della piazza, i Berlusconi & C, di questo risultato: 1.000.000 in piazza (presunti) 3.000.000 in meno a votare (reali).
Spero che i politici urlanti e populisti si rendano conto che la gente è stanca di questo clima, che non ne può più delle continue grida, della continua demonizzazione degli avversari, dell'unico vero pensiero bipartisan che abbiamo, lo scontro.
Avete capito cari politici populisti, incitatori di popolo? O ancora volete negare questa semplice e non negabile evidenza? Vogliamo rimettere la politica sul giusto binario?
Binario che è quello di un confronto serio e moderato, avente come base quel dialogo costruttivo che è alla base delle più moderne democrazie liberali occidentali.
Poi ognuno è libero di scegliere, o rimanere impantanato nella melma fangosa della solita politica italica, o scegliere una nuova fase più moderna e riformista.
Utopia? Io ci credo, voi fate quello che volete.

giovedì 18 marzo 2010

Andare oltre

Siamo alle solite, come ogni buona campagna elettorale, tutti contro tutti appassionatamente con grida accuse e prove di colpevolezza vere o presunte non importa l'importante è urlare.
Peccato perchè una soluzione ci sarebbe, basterebbe fare quel passettino piccolo ma importante per andare oltre...
Già quel passo in più necessario per andare oltre che sembra così breve così facile e necessario, quasi scontato, così scontato che nessuno lo fa.
Nella politica come nella vita non si può rimanere a rimuginare sempre il passato, sempre i soliti luoghi comuni, sempre le stesse accuse, sempre lo stesso clima di colpevolezza costante.
Se si crede veramente a certi valori o ideali, bisogna fare quel passettino oltre, andare avanti, lasciarsi da parte gli eterni conflitti e cercare invece di proporre qualcosa in più, saper accantonare per un attimo odi e rancori, munirsi di quell'arma formidabile della democrazia che è il rispetto; per fare qualcosa per la gente, per i cittadini, per la nostra nazione. Altrimenti il rischio è quello di restare sempre impantanati nella melma del qualunquismo, che rende tutto immutabile, indotto dai luoghi comuni e dal clima dell'eterno sospetto.
No non ci sto! Voglio andare oltre questa politica e per questo penso che il nuovo progetto dell'Unione di Centro voglia fare questo passo.... e spero che anche gli altri partiti ne seguano l'esempio per fare della politica non solo un luogo ma un modo.
Rifletteteci cari politici, giornalisti e urlatori, un luogo per discutere anche con chi la pensa in modo diverso per un dialogo costruttivo. C'è tanto spazio in questo vuoto lasciato dalle ideologie, c'è tanto spazio per tutti coloro che hanno a cuore la nostra società e il nostro futuro.
Anche per voi.

sabato 13 marzo 2010

Pensiero liquido

Voglio fare una piccola riflessione sulla disgregazione di valori in atto nella nostra società moderna, senza nessuna pretesa e senza nessun fine particolare, solo che in questo tempo che va di corsa ogni tanto fermarsi un attimo a riflettere su temi profondi non guasta.

Dicevo dunque disgregazione di valori, che secondo me non è da ricondurre solamente ad un ideologia o al progresso, ma ha ragione ben più gravi. Ovvero il decadimento dei valori fondanti la nostra cultura occidentale, in particolare tutti quei valori che ci sono stati dati dal cristianesimo e dalla nostra identità cristiana.

Purtroppo la società moderna ha esasperato all'estremo l'egoismo umano e reso "liquido" il nostro pensiero, ovvero non più basato su delle realtà concrete (solide) ma ha reso tutto relativo. E questo è molto pericoloso, perché è un modo di vivere che fa ragionare più con la "pancia" che con la testa. Assecondiamo più i nostri piaceri fisici momentanei che le nostre aspettative e i nostri progetti di lungo termine.

Tra le conseguenze dirette, c'è la violenza che passa quasi inosservata, quasi assimilata alla normalità, i messaggi che passano i mass media considerati come delle verità assolute con tutto quello che ne consegue, soprattutto fra i giovani, fino ad arrivare al matrimonio visto ormai come qualcosa di passeggero da usare secondo le proprie voglie e necessità (poveri noi).

Purtroppo questi modi di affrontare la vita in maniera superficiale alla ricerca del piacere immediato durano poco ed essendo come dicevo liquidi tendono a disperdersi rapidamente e quando non si riesce a sostituirli con altri "piaceri" si cade inevitabilmente in uno stato depressorio da dove è difficile uscire.

Speriamo di poter far qualcosa per le generazioni future, sempre più abbandonate a se stesse, sole ma magari davanti ad una play station...

venerdì 12 marzo 2010

Radicali liberi

Altro aspetto da segnalare in questa rissosa campagna elettorale è la generosità del PD e del proprio altruismo politico a favore delle altre forze in campo.
Mi spiego meglio, è proprio grazie a questa nuova generosa politica del partito democratico (la candidatura di Emma Bonino ne è l'emblema) che anche i Radicali stanno attraversando il loro momento di gloria elettorale con un inaspettato palcoscenico mediatico.
Eravamo così ben abituati a vedere i pannelliani durante le campagne elettorali a scioperi della fame perchè convinti di essere dei perseguitati non avendo la giusta rilevanza nei mass media che ora tutta questa sovraesposizione di radicali liberi quasi ci costringe a trovare delle diete adeguate e degli antiossidanti che ci preservino da questa presenza che può risultare indigesta per l'organismo e per i valori del popolo italiano non abituato a così tanta scaltrezza politica.
Per carità, si intende, nessun pregiudizio però tutto questo peso che si da alla politica radicale non corrisponde al vero sentire della maggior parte della gente e del nostro tessuto sociale che purtroppo molto spesso non si rispecchia nel clima da tregenda che troppi politici cercano di creare per catalizzare i consensi.

mercoledì 10 marzo 2010

Forma e sostanza. La pagliuzza e la trave

Basta, ora si sta esagerando.
Finiamola con questo clima di perenne guerriglia, dove ogni cavillo è preso a pretesto per scaricare veleni sulla controparte.
Ormai, penso che tutti si siano resi conto degli errori formali commessi dal PDL e degli usi ed abusi della propria posizione di governo. Gli Italiani non sono degli stupidi e sanno valutare.
Di fatto restano le mancate spiegazioni e scuse da parte del PDL e di Di Pietro per le offese gratuite al nostro Capo di Stato. Per il resto stiamo parlando comunque di formalità burocratiche non rispettate e il rischio che si sta correndo è che questa battaglia ideologica sulla forma possa far passare in secondo piano il vero obbiettivo di un turno elettorale, ovvero la sostanza dei programmi e delle cose da fare per la nostra nazione e nello specifico per le nostre regioni.
Detto questo sono contrario ad ogni manifestazione incentrata sulle formalità e non abbia al centro le vere sostanze di cui abbiamo bisogno.
Come dice l'evangelista Luca vediamo la pagliuzza ma non ci accorgiamo della trave che rischia di piombarci addosso.

martedì 9 marzo 2010

Bipartitismo algebrico

Che noia!
Non ce la faccio più di questa campagna elettorale condita continuamente con i soliti luoghi comuni gettati nella mischia con frasi fatte e retoriche.
Con il bipartitismo assunto a dato di fatto ma in realtà è molto di più.... direi ormai strafatto.
Tutto deve essere ricondotto con matematica precisione alle definizione di destra o sinistra, o più moderatamente di centrodestra o centrosinistra per finire con chi vuole condividere qualcosa e allora si usa l'elegante termine di un'intesa bipartisan.
C'è chi racconta a noi scettici "ma dove vivete, ormai il sistema bipartitico è un dato certo... ci sono 2 grandi partiti l'uno con il 40 l'altro con 35% e ci venite a dire che non c'è un sistema bipartico...".
E già purtroppo questa è il triste risultato di un sistema politico che si è voluto modernizzare andando ad usare lo schema anglosassone così di moda e magari da dare in pasto agli elettori per fargli credere che la politica è cambiata ed è più moderna...
Suvvia, ma vi rendete conto dell'assurdità? Ma basta fermarsi un attimo e riguardarsi con calma come è nato questo sistema bipolare in Italia per rendersi conto della sua fragilità.
Dunque, ricapitoliamo, facciamo una bella legge maggioritaria così abbiamo le base per consolidare un bel sistema bipartitico, poi cosa servono... beh.. vediamo.... ah certo 2 grossi partiti (belli grossi), allora mettiamoci al pallottoliere e contiamo, (DS + qualche Margherita) + un pò di IDV con il resto della Sinistra Massimalista..ok il primo polo di centrosinistra è fatto.
Ora passiamo al centrodestra, qui la formula dovrebbe essere più semplice, basta salire su un predellino di un automobile e scrivere sulla lavagna: (FI + AN) + Lega Nord anche qui con resti vari di destre e DC Rotondi, l'UDC? no grazie troppo centrale per la formula.
Oh! Finalmente in Italia abbiamo un sistema bipolare moderno!
Bravi, a volte penso proprio, ma come sono bravi e creativi i nostri politici. Veramente un paese rinnovato e moderno...
Alt! Fermi! C'è qualcosa che non mi quadra nella semplicità disarmante ed elementare di queste formule.
E già, la matematica, chi lo poteva immaginare che la matematica fosse all'origine dei nostri mali.
Eppure è così, per decenni la politica e i politici hanno raccattato voti a destra e manca con promesse, rose e fiori. Si è compiaciuta fino all'assunto che la politica è matematica del voto, dove ogni voto ha il suo peso e quasi aggiungerei un suo costo.
Certo però c'è un però che nella sua elementarita è di una sostanza allarmante: la politica avrà anche un suo peso matematico, ma se alla matematica non diamo un VALORE il risultato è nullo... o quasi.

venerdì 5 marzo 2010

I cattolici e il voto

Prendo spunto da una lettera aperta dell'onorevole Pierluigi Martini indirizzata a Paola Binetti sul progetto di una Costituente di Centro e pubblicata stamattina sul quotidiano Liberal (a breve anche il link) per fare alcune mie considerazioni sui cattolici e il loro voto politico.
Condivido e sottoscrivo tutto l'intervento che evidenzia questo nuovo modo di interpretare la laicità dello stato e dei cattolici che non possono rinunciare ai loro valori quando scendono nel dibattito pubblico (ottime le citazioni di Barak Obama "i credenti non devono appendere la propria religione prima di scendere nella pubblica piazza" e di Tony Blar "La mia fede è stata sempre importante per la mia politica"). Però ho un altro punto di vista sulle ragioni e sulle percentuali di voto dei cattolici (praticanti e no). Nell'intervento si riporta il risultato degli istituti di statistica dove si dice che il voto tra i cattolici praticanti (12% del totale dei cattolici) è andato all'UDC per una percentuale tra il 7 e l'8% quindi di poco superiore al risultato complessivo del partito. L'on. Mantini interpreta questo dato dando per scontato che i cattolici praticanti non vedano nell'UDC uno specchio della loro fede. Secondo me invece l'analisi è un altra, se è vero che in politica non è possibile ricondurre ad un unico partito il voto cattolico, è anche vero che la grande frammentazione di questo voto cattolico è dovuta a 2 grandi fattori che merino una lettura più approfondita:
1) il decadimento dei valori propriamente cristiani nella nostra società;
2) la disistima verso la politica, dopo anni di crisi di identità dovuta alla fine delle ideologie del XX secolo.
Partiamo dal primo punto, il decadimento dei valori propriamente cristiani; purtroppo il periodo storico che stiamo attraversando, come il nostro papa Benedetto XVI continuamente ci ricorda, è pervaso da un forte relativismo sia sui valori morali che etici. Tale relativismo ci ha resi insensibili a certe tematiche che sono state fino ad oggi una delle prerogative del mondo cattolico, come la famiglia, la solidarietà o la sussidarietà. E' chiaro che se anche i cattolici non hanno un idea ben chiara di quali che siano le loro radici, tradizioni o cultura difficilmente si possono orientare nel marasma dell'offerta politica sempre più frammentata e difendere il proprio credo. Secondo punto, la disistima verso la politica; qui le ragioni vanno da ricercarsi nella crisi dei partiti stessi dovuta alla fine delle 2 ideologie dominanti del XX secolo che hanno lasciato un vuoto ancora non colmato. Per questo molti elettori cattolici che prima si riconoscevano chiaramente in una parte ben precisa, ora non riescono a percepire la vere proposte/offerte dei partiti. La politica che sta facendo l'UDC va proprio in quest'ultima direzione, il superamento delle ideologie sostituite da valori positivi, che nel nostro caso si riconducono alla nostra cristianità.
La mia conclusione quindi è quella di non preoccuparci di avere il coraggio di proporre con forza i nostri valori cristiani a beneficio di una visione più laica dello Stato, la nostra proposta va proprio nell'altra direzione, bisogna avere il coraggio di essere cattolici impegnati (come le recenti indicazioni della CEI e del cardinal Bagnasco) per una nuova stagione con i nostri valori innegoziabili al centro del dibattito politico per cercare di dare un argine concreto a questa immoralità diffusa presente nella società contemporanea.

martedì 2 marzo 2010

OGM: quando cavalcare l'ignoranza conviene

Appena arrivata la notizia dell'apertura nei confronti degli OGM da parte della Commissione Europea per la coltivazioni di alcune varietà modificate dalle moderne biotecnologie subito è scattato il tran-tran di dichiarazioni allarmistiche contro la patata aliena.
Purtroppo nel settore c'è tanta di quella disinformazione da arrivare a far credere che un OGM sia una sorta di pesticida o veleno tossico.
In realtà OGM stà per organismo geneticamente modificato che altro non è che una tecnica per migliorare le caratteristiche di un vegetale, più o meno quello che hanno sempre fatto i nostri antenati cercando di selezionare varietà di piante attraverso incroci o innesti, solamente che oggi con le moderne tecnologie si usa il laboratorio.
Purtroppo le voci scientifiche che parlano delle opportunità che potrebbero derivare da questi OGM vengono spesso taciute e non diffuse.
Si pensi ad esempio al progetto Gold Rice dove si è intervenuto in zone che avevano come quasi unico cibo disponibile il riso, con le popolazioni che mostravano delle carenze alimentari di vitamina A, iodio o ferro, e ricorrendo proprio ad un tipo di riso geneticamente modificato con l'aggiunta di tale caratteristiche si è contribuito a salvare la vita a milioni di bambini attraverso il reintrego di tali carenze.
Lo stesso si potrebbe dire per varietà di cereali modificate per resistere a condizioni climatiche estreme che potrebbero contribuire ad attenuare i problemi della fame nel mondo attraverso interventi direttamente sulle zone colpite da questa calamità.
Purtroppo oggi questa è la triste verità che si trova ad affrontare la scienza dove gli unici veri Organismi Geneticamente Modificati accettati dagli stessi detrattori degli OGM vegetali sono ahimé gli embrioni umani frutto di sperimentazioni spregiudicate e queste si veramente intollerabili

giovedì 25 febbraio 2010

Politica e Valori

Molte persone catalogano la nuova linea politica dell'UDC sbrigativamente e superficialmente come opportunistica. A chi chiede chiarezza su questa new politic dell'Unione di Centro e sulle alleanze variabili che caratterizzano le prossime elezioni regionali vorrei dare il mio personale parere.
Ormai sono superate le vecchie contrapposizioni ideologiche figlie del XX secolo e particolarmente evidente in Italia la logica bipartitica di stampo anglosassone è fallita non perchè non ne siamo capaci, ma semplicemente perchè il bipartitismo non fa parte della nostra cultura e della nostra tradizione.
Ormai le vere battaglie si fanno sui Valori e per essere credibili bisogna presentarsi con valori forti ed innegoziabili, idee concrete e trasparenti, solo così si potrà creare un argine morale ai mali che sembrano incurabili per la nostra povera Italia come le ultime vicende fatte di tangenti, voti di scambio, proventi illeciti e cosi via lucrando vogliono dimostrare
In tale ottica non vedo proprio anomalie come taluno vorrebbe far apparire, l'Unione di Centro ha fatto una scelta molto chiara, non guardando alle ideologie ma ai progetti e alla politica del fare, con una nuova classe dirigente intrisa di quei valori cristiani aperta al dialogo ma forte delle idee concrete.
Quindi essendo queste elezioni regionali è del tutto ovvio che sono state fatte scelte nelle singole regioni creando alleanze dove il dialogo moderato e costruttivo era possibile e andando da soli dove queste prerogative sono irrealizzabili. I muri contro muri ideologici hanno creato solamente disastri nella nostra Italia è ora di iniziare una nuova fase moderata.
Solo scelte condivise porteranno cambiamenti sostanziali.
Questa è la semplice e chiara realtà, il resto è solo propaganda politico-elettorale.

giovedì 18 febbraio 2010

L'Italia del NO

NO alle centrali nucleari, NO ai rigassificatori, NO alle centrali a combustibili fossili, NO alle discariche, NO ai termovalorizzatori e così via negando.
Questo è il triste panorama che si ha dell'Italia sentendo e leggendo i vari proclami bipartisan dei candidati alle prossime regionali di marzo dove sembra che il vero vincitore sarà chi dimostrerà di negare meglio.
A questo punto la domanda mi sorge spontanea: "Cari amministratori e negazionisti, ma come pensate di procurarvi l'energia per vivere?".
E già perchè sarebbe facile fare appelli alle nuove bellissime e molto trendy energie rinnovabili, sennonchè le stesse hanno 2 problemi pratici ed innegabili, ovvero possono soddisfare solo una piccola quantità dell'enorme fabbisogno energetico nazionale e (guai a chi me lo contesta) sono costosissime. E proprio su quest'ultimo aspetto che vorrei far riflettere chi in questo periodo di crisi cerca di tranquillizzare l'opinione pubblica promettendo misure, pacchetti e minestrine riscaldate anticrisi.
Il costo del conto energetico che stiamo pagando, che è uno dei più alti tra i paesi industrializzati, ha i suoi tragici effetti proprio su quelle categorie che si vorrebbero tutelare con le sopra menzionate misure anticrisi, ovvero la piccola e media industria, il ceto medio sempre meno medio e sempre più povero e infine le classi più disagiate.
Ci vorrebbe un pò di maggiore onestà intellettuale e ammettere che un tale surplus di costi non ce lo possiamo permettere e rimettere le mani su un nuovo e più efficace piano energetico che comprenda un più equilibrato mix energetico, fatto di nucleare, gas, idroelettrico, eolico e solare.
Negare aprioristicamente il nucleare magari potrebbe far conquistare qualche voto in più in questo mare magnum di disinformazione, ma nel lungo periodo si ripercuoterebbe con maggior gravità nel nostro già dissestato tessuto economico-sociale.

martedì 16 febbraio 2010

Nucleare? Prima bisogna farlo conoscere agli italiani

Trovo alquanto dilettantistica la politica sul nucleare del nostro governo. Una politica fatta più di proclami che di sostanza.
E un prova l'abbiamo avuta nelle ultime settimane dove la questione ha avuto una rilevanza mediatica più per fini propagandistici elettorali che per un vero progetto attuativo e programmatico. I stessi candidati del centrodestra per le regionali di marzo hanno più volte smentito il loro governo centrale proclamandosi per un no senza una minima possibilità di dialogo.
Ma d'altronde una spiegazione logica e razionale c'è e cerco di spiegarla.
L'uomo ha dentro di se una paura quasi ancestrale per tutto ciò che non conosce, che non riesce a comprendere e per ogni cambiamento da uno stato ad un altro. Proporre il nucleare senza spiegarlo, senza farlo conoscere, senza evidenziarne con chiarezza i rischi ed i benefici è come dire ad un bambino di entrare in una piscina dicendogli di stare tranquillo tanto l'acqua è bassa, il bambino fin quando non avrà messo il piedino nel fondo della piscina resterà terrorizzato.
E' per questo che fin quando non ci sarà una campagna conoscitiva e un dibattito pubblico che possa far capire alla gente con chiarezza le vere grandi opportunità del nucleare, il tema resterà un tabù usato dalla propaganda politica che gioca sulle paure della gente per raccattare consensi e ogni scelta dall'alto sarebbe vista come un imposizione coattiva (come la localizzazione dei siti per le centrali).
Il governo dovrebbe usare il patrimonio culturale e scientifico che fortunatamente in Italia abbiamo (basti pensare a personalità come Umberto Veronesi o Antonino Zichichi) per dare un informazione chiara, tranquillizzando così l'opininione pubblica che solo così potrebbe avviarsi in quel cammino che è il consenso al nucleare, fonte da cui non possiamo prescindere se vogliamo veramente liberarci dalla dipendenza energetica da cui siamo nostro malgrado costretti.

giovedì 11 febbraio 2010

"Laboratorio Marche": prove tecniche di Terza Repubblica

Finalmente ieri è stato raggiunto l'accordo nelle Marche per le prossime regionali che vedranno il presidente uscente Gian Mario Spacca ricandidato con il sostegno di una coalizione formata da PD UDC e IDV.
Si tratta di un progetto innovativo in quanto dopo quindici anni di governo resteranno fuori dalla coalizione le sinistre radicali come esplicitamente richiesto dai vertici dell'Unione di Centro.
Alla fine a prevalso la linea moderata e il nuovo corso che vedrà come punto di rifermimento il dialogo moderato e costruttivo che è alla base di tutte le moderne democrazie. Dialogo che finalmente sarà contraddistinto dalla politica del fare piuttosto che dalla politica delle ideologie, quest'ultima causa dell'immobilismo cronico che attanaglia in nostro paese e fonte di no a prescindere e muri contro muri che generano tensioni e ritorsioni.
Spero che questa esperienza marchigiana possa servire da base per una nuova stagione politica dove le ideologie possona essere sostituite dai valori e dove le differenze di pensiero siano fonte di dialogo e non di scontro.
Solo dove c'è un dialogo sereno e pacato possono venir prese decisioni condivise a beneficio di tutti, dove invece questo dialogo manca ogni decisione è vista come un imposizione sbagliata... a prescindere.

martedì 19 gennaio 2010

Regionali 2010: la nascità della terza Repubblica

Di solito delle elezioni amministrative locali non sono una fotografia perfetta della politica nazionale, tuttavia le regionali 2010 potrebbero segnare l'inizio di una nuova stagione politica.
Ormai sono in molti a rendersi conto che un bipartitismo perfetto non sia possibile in Italia, e questo non è un difetto ma è una vera e propria caratteristica del genio italico fatto di tanti pareri, tante idee e bisogna ammetterlo di tanti interessi.
Gran merito di questo nuovo clima va dato a Pierfendinando Casini che 2 anni fa sganciandosi dal guinzaglio berlusconiano ha potuto portare avanti in completa autonomia e trasparenza una politica fatta di idee e ideali chiari.
L'obbiettivo di creare un luogo politico, non chiaramente assimilabile ai soliti e anche abusati termini destra e sinistra, dove sia possibile un dialogo sereno e realmente costruttivo per il bene di tutto il paese sta coinvolgendo e interessando sempre di più i leader politici.
In questi giorni è evidente come nel gioco delle alleanze per le regionali si cerchi sempre più di andare ad occupare quell'area moderata che è il centro politico, area che alla fine sarà determinante per il successo delle politiche locali in quasi tutte le regioni.
La speranza che da questa esperienza possa nascere la terza repubblica con un Centro politico forte e capace di indirizzare la politica italiana. Un Centro che si riappropri delle radici e dei valori cristiani che hanno fondato la nostria patria e che sia l'espressione di varie correnti, vari pensieri, dove i grandi pensieri laici e cristiani possano convergere nell'interesse comune della nostra Italia.